Torneo delle Regioni 2009: l'Emilia Romagna non vince e si chiede perché ... le riflessioni di Amoretti

6 luglio 2009

Al Torneo delle Regioni, erano tanti i ragazzi con indosso la casacca della Rappresentativa Regionale provenienti dalle diverse squadre aderenti alla Franchigia Parma. I verdetti del campo li conosciamo già ma è importante analizzare quanto si è visto e vissuto per trarre spunti utili per indirizzare il nostro lavoro di dirigenti dei settori giovanili. Abbiamo ricevuto le riflessioni di Claudio Amoretti dello Junior Parma che ben volentieri pubblichiamo e che ci trovano in tutto d'accordo. Grazie Claudio.


Credo che in tutti quelli che hanno seguito le squadre della nostra Regione durante lo scorso week-end  questa domanda possa sorgere spontanea. Ovviamente le situazioni sono diverse ma probabilmente il fatto di arrivare a tre secondi posti su altrettante categorie (ragazzi, allievi, cadetti) può essere considerato non soltanto casuale. Due vittorie del Friuli Venezia Giulia penso possano indicare chi sta lavorando bene sul baseball giovanile ma, il movimento di  una Regione come la nostra  che, a dimostrazione della tradizione e del bacino di utenza che rappresenta in questo sport, concentra 5 delle 8 squadre della Italian Baseball League (e solo per forma non comprendo il San Marino) quando non raggiunge i risultati prefissi è, a mio avviso, opportuno che si interroghi su cosa non è andato e su cosa si poteva e si potrà fare di meglio. Intendiamoci, non perché il vincere sia tutto ma piuttosto perché è giusto e doveroso misurarsi costantemente con gli altri ed in questo il risultato del campo rimane il metro più vero. Premetto che da testimone oculare in questi tre giorni ho visto tante partite della categoria ragazzi e su questa mi soffermerò evitando di parlare di cose che non ho potuto direttamente sperimentare ma, chissà, forse qualche considerazione potrà accomunare le diverse fasce di età e magari favorire pari dibattito sulle altre categorie.

Intanto, volendo partire dai lati più positivi, la considerazione del baseball emiliano romagnolo è ancora altissima anche tra chi ... ci batte. Veniamo additati ad esempio per storia, numero di squadre e partecipanti, preparazione ed organizzazione. A conferma di questo ... tutti ci tifano contro. Batterci è obiettivo di tutti perché significa arrivare ai livelli massimi del baseball giovanile italiano. Per noi invece non è così facile campare con questa aureola di super favoriti che, almeno al torneo di Porto Sant’Elpidio, aleggiava costantemente e, a dire il vero, anche un po’ sinistramente sulle nostre teste. Questo si è rivelato in termini di tensione psicologica, sicuramente controproducente, dimostrando anche che oltre a tecnica, fisico ed organizzazione il baseball è fatto, come tutti gli altri sport, anche, se non soprattutto, di grinta, voglia di vincere, coraggio. In questo, va dato atto a chi ha vinto, le Marche ci sono state superiori. In questo, a mio avviso, abbiamo difettato e su questo dovremo lavorare trasferendo a chi partecipa nelle nostre  rappresentative l’orgoglio e la grinta di dimostrare non solo la nostra storia e tradizione ma soprattutto la volontà di volerla riaffermare, continuare, migliorare. Dico questo consapevole che una finale si può perdere di un punto ma, anche rendendo il giusto onore agli avversari, risulta difficile ed un po’ amaro spiegarsi come una squadra, a mio avviso, superiore sia fisicamente che tecnicamente, non riesca ad affermare queste qualità finendo per rammaricarsi dell’arbitro e non delle occasioni perse e della forza non espressa. Soprattutto va capito come in questi nuovi contesti la tradizione non basta senza una continua crescita ed un continuo aggiornamento e miglioramento nei modi e nei metodi di allenamento, di reclutamento, di organizzazione. A Porto Sant’Elpidio ho potuto verificare come tante realtà, fino a ieri solo pittoresche, sono cresciute ed ancor più cresceranno e che, chi oggi ancora perde per valanghe a zero, ha voglia e passione per riprovarci e tornare migliorato ed entusiasta. Questa è secondo me una grande cosa per il baseball italiano in generale ed è un aspetto che, per il vertice di questo movimento che ancora risiede da noi, deve suonare a stimolo e campanello d’allarme riguardo al fatto che occorrerà ancor di più spenderci e migliorarci per poter  competere ai livelli che consideriamo oggi abituali. In altre parole per il futuro non basterà risiedere in Emilia Romagna se non utilizzeremo questa “fortuna” attingendo alla nostra tradizione per sperimentare, osare e crescere meritandoci quel ruolo guida che può essere nostro più per la prospettiva futura che per la storia passata. In definitiva penso che il Torneo delle Regioni 2009 vada messo agli atti come una grande occasione di riflessione e di ripartenza  per il nostro movimento giovanile. Ovviamente queste sono le mie considerazioni, il dibattito è aperto ...

 

CLAUDIO AMORETTI